UE, Prova della Pace: Sfide Transatlantiche e Futuro dell’Ucraina.

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Intervista all’Europarlamentare M5S, Valentina Palmisano.

In un momento di crescenti tensioni transatlantiche e di divergenze strategiche sull’Ucraina, l’Europarlamentare Valentina Palmisano offre una prospettiva chiara e controcorrente. Critica verso l’escalation militare, fautrice di un’autonomia strategica europea e di un approccio pacifista, Palmisano delinea le contraddizioni interne all’UE, le difficoltà di dialogo con USA e Russia, e le prossime mosse per garantire una pace duratura. In questa intervista esclusiva, esplora le sfide di un’Unione chiamata a riscoprire la propria voce in un mondo sull’orlo di nuove divisioni.

Le contraddizioni centrali nelle attuali divergenze transatlantiche
-D:
 Recentemente, Stati Uniti e Russia hanno tenuto colloqui in Arabia Saudita escludendo l’UE. Ritiene che questo indebolisca il peso dell’UE sulla questione ucraina? Come intende reagire l’Unione?
-R: L’UE deve reagire elaborando una sua strategia di pace. Stare alla finestra mentre Usa e Russia si spartiscono l’Ucraina è immorale e irrispettoso verso il popolo ucraino stesso che sta soffrendo da tre anni una lunga guerra. L’Arabia Saudita non è un Paese campione di diritti civili e delle libertà, noi non dimentichiamo il caso Khashoggi. A nostro avviso per negoziare serve un luogo neutrale e più consono, anche per lanciare un messaggio di speranza a tutto il mondo.

-D: Il consigliere americano Keith Kellogg ha dichiarato che “l’UE non siederà al tavolo dei negoziati”. Questo riflette una crisi di fiducia transatlantica? Come bilanciare la dipendenza dagli USA e l’autonomia strategica dell’UE?
-R: L’UE deve sicuramente costruire una sua politica di difesa autonoma dalle altre potenze, in passato purtroppo non è stato così e abbiamo subito la linea bellicista di Biden in Ucraina, per fare un esempio, quando invece dovevamo intestarci subito l’iniziativa diplomatica e cercare il dialogo fra le parti. La Russia ha invaso l’Ucraina e nessuno giustifica questa aggressione, ma per evitare ulteriore spargimento di sangue andava cercata una via diversa da quella dell’escalation militare.

-D: Paesi come l’Ungheria rifiutano gli aiuti militari a Kiev. Quali sono le differenze tra gli Stati membri su questo tema? Come garantire l’unità d’azione dell’UE?
-R: Fra gli Stati membri ci sono gli oltranzisti pro-guerra rappresentati dai Paesi baltici e i nordici spalleggiati da Francia e Spagna, Orban invece è pro-Putin. La Germania finora era stata nel mezzo, ma temo che con il Cancelliere Merz, che ha recentemente vinto le elezioni, presto anche la Germania prenderà la via della guerra. Noi siamo contrari a un ulteriore invio di armi. La nostra posizione incarna quella del pacifismo progressista e democratico ampiamente presente in vasti strati della popolazione.

Le prossime mosse dell’UE
-D: I 60 miliardi di aiuti militari all’Ucraina includeranno fondi derivanti dal congelamento delle attività russe? Come rispondere alle accuse di Mosca di “usare il cessate il fuoco per riarmare Kiev”?
-R: Guardi, va cambiata postura e costruire un clima di fiducia reciproca. Settimana prossima il Parlamento europeo voterà una risoluzione sull’Ucraina. Sarà quello il momento in cui i rappresentanti dei cittadini possono far sentire la loro voce contro il folle piano di riarmo di Ursula Von der Leyen. Noi presenteremo un emendamento in cui chiederemo di non tagliare i fondi strutturali dedicati a progetti di sviluppo regionale e urbano. Auspichiamo che tutti i partiti lo sostengano.

-D: La proposta di Macron di una “forza europea di pace” è realizzabile?
-R: Noi abbiamo molti dubbi. I Paesi europei devono stare fuori dai teatri di guerra e ricordo che la nostra Costituzione su questo è molto precisa. Con le dovute garanzie Russia e Ucraina possono trovare una pace duratura e giusta e su questo la comunità internazionale deve fare la propria parte.

Strategie a lungo termine e sfide
-D: Il Segretario NATO Rutte chiede di aumentare la spesa militare al 3% del PIL, ma molti Paesi restano al 2%. Come colmare il divario tra risorse e volontà politica?
-R: Rutte in audizione al Parlamento europeo è andato ben oltre e ha detto che bisogna tagliare per sanità e istruzione per spendere di più in armi. Questa corsa al riamo è inaccettabile e rischia di tagliare il futuro dei cittadini. Aumentare la spesa militare per fare la guerra a una potenza nucleare è follia pura.

-D: Se USA e Russia raggiungessero un accordo escludendo l’UE, l’Unione ne riconoscerebbe la legittimità? Quali contromisure adotterebbe?
R: Auspichiamo che non sia cosi e che l’UE dimostri di essere un attore responsabile che lavora per la pace.